tag:blogger.com,1999:blog-6816711109827930348.post1753653693423871735..comments2023-11-20T12:45:48.016+01:00Comments on Elena Tione Healthy Life Coach: Vulvodinia: Non Ho Nessuna Voglia Di Far Festa! Manuale Di Sopravvivenza Per Le Festività [+AudioRisorsa Gratuita Per Te!]Elena Tionehttp://www.blogger.com/profile/01635295138491524083noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-6816711109827930348.post-90167756546002614992016-12-19T06:55:57.401+01:002016-12-19T06:55:57.401+01:00Ciao Bilancina, grazie per questa testimonianza! S...Ciao Bilancina, grazie per questa testimonianza! Sì, il nostro corpo ci dice sempre di cosa abbiamo bisogno e davvero la tua esperienza è stata di grande vittoria sul dolore e la "sopportazione": infatti accettando il punto in cui sei, e non combattendoci contro, hai vinto, proprio come è stato per me e come spiego nell'audio che accompagna questo post! Ti meriti tutto il benessere possibile e sii fiera di te perché hai raggiunto un traguardo incredibile. E per le mamme, anche, sei un esempio meraviglioso, spero che in tante possano leggere la tua esperienza. Ti mando tutta la mia energia a te e alla tua bambina e che questo Natale vi porti tutto ciò che è nei vostri sogni. Buon cammino!Elena Tionehttps://www.blogger.com/profile/01635295138491524083noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6816711109827930348.post-14502055530471777352016-12-16T14:59:46.692+01:002016-12-16T14:59:46.692+01:00Si, conosco bene le sensazioni descritte nel post....Si, conosco bene le sensazioni descritte nel post. Mi ricordo il Natale di due anni fa; fu terribile, un incubo. Ancora nel letto, di mattina, già avevo dolori violenti. Non riuscivo neanche ad appoggiarmi al letto per potermi poi alzare in piedi. Era appena iniziato un lungo periodo di totale annullamento della seduta. Feci il pranzo di Natale in piedi; lo stesso per il cenone di capodanno. Evitai tutto il resto. La mattina del 25 presi un forte antidolorifico perché avevo una bambina piccola cui non potevo negare il Natale e dai cui non volevo farmi vedere distrutta, a letto, in un giorno così bello. Sentivo una lama fra le gambe. Intrattenni tutti i rapporti necessari per farle trascorrere serena quei giorni ma durante le giornate pregavo affinché arrivasse presto il momento di andare a dormire.<br />Ed è vero che è difficile essere compresi da fuori: se non lo avessi provato, credo onestamente che anche per me sarebbe stato improbabile capire quel male devastante, in tutti i sensi.<br />E fu proprio alla fine di quel tour de force che mi misi a letto. Ogni volta che potevo. Come una vera malata. Solo dopo aver sopportato quell'apice di dolore capii che dovevo e volevo riposarmi, che ne avevo bisogno per guarire, che avevo diritto di stare come tutti gli ammalati, anche se avevo una malattia che non si vede. Solo a quel punto ebbi la forza di dire a me stessa 'ok, nessuno può vedere il dolore che portano i miei nervi. Non vedono ferite, febbre, manifestazioni.. sembri depressa. Nessuno può capire il terrore che tutto questo non passi. Ok, non importa. Io so quello che sto vivendo! Io so quanto dolore provo fisicamente, innanzitutto, ma non solo. Io so di stare male veramente, senza nessun imbroglio mentale o turba psicologica. Non importa, tu lo sai! E hai bisogno di giacere come quando si sta male. Al pari di tutti gli altri. '<br />Passai a letto i successivi tre mesi, ogni volta che mia figlia era a scuola o con i nonni. E se stavo malissimo, lo dicevo pure a lei di aver bisogno di un po' di letto per poter fare la giornata insieme a lei. <br />Quella scelta, quell'atto di gentilezza e rispetto per la mia verità, che ormai urlava dentro, fu l'inizio della risalita. È in quel 27 di Dicembre che ho compiuto la prima grande gentilezza verso me stessa, ascoltando un grido disperato e verissimo che veniva dal mio cuore, prima ancora che dal corpo. Per la prima volta mi sono detta ' chissene frega. Che pensino, che mi vedano depressa, debole. Chissene frega. Io so. Lascia andare tutte le pressioni, tutti i sensi di colpa. Quello che che conta è che tu sia onesta con te stessa'. <br />Dico sempre che, se mi fossi concessa quella pace molto tempo prima, sarei guarita ancor prima. Se lo avessi fatto una vita fa, forse non mi sarei ammalata.<br />Quella scelta mi ha salvato la vita, in quel momento. La benedico ogni volta che ci penso.<br />È' stato l'inizio di un percorso di 'lasciar cadere, lasciar andare, smettere di trattenere ogni senso di colpa, di giudizio altrui..'.<br />Se ripenso a quanto mi importasse di queste cose prima, mi viene in mente l'immagine di una persona cui cadono due grossi pesi dalle mani e che, finalmente, fa un grosso respiro di sollievo. Si, un sollievo enorme.<br />Siamo gentili con noi stessi. È' vero che in ognuno di Noi c'è una vocina, a volte molto flebile, che Sa la verità. Seguiamola, non tradisce. Cerchiamo la nostra verità. Solo noi sappiamo cosa è giusto per noi stessi, specie se in balia di dure prove di vita.<br />Vi abbraccio <br /><br />Ps: il Natale successivo è' stato tutto un'altra storia. E questo lo sarà ancora di più. Avere fede, anche nel nostro cuore, paga.Bilancinahttps://www.blogger.com/profile/12483582877201136835noreply@blogger.com